Ti sarà capitato di vedere in uno studio Yoga o al collo di qualche insegnante una sorta di lunga collana in legno: la Japa Mala.
Si tratta di uno strumento di meditazione con cui spesso si accompagna la recitazione dei mantra.
Il nome deriva dal sanscrito. Japa viene tradotto con ”mormorare” e Mala (sostantivo femminile) invece significa “ghirlanda”. Insieme vengono tradotti come ‘ghirlanda usata per sussurrare preghiere’.
È molto simile al rosario della tradizione cristiana, ma ha 108 grani fatti solitamente di legno di sandalo o pietre semipreziose.
108 è un numero carico di significato per la tradizione yogica (ne parliamo meglio in questo articolo).
Il numero 1 rappresenta la creazione, lo 0 la distruzione e l’8 il continuo ciclo di morte e rinascita.
108 sono anche le Upanishad classiche e i luoghi sacri dell’India.
Fra gli altri, è presente un grano aggiuntivo, attaccato a una piccola nappa, che è chiamato Pietra del Guru. Esso non viene mai toccato o oltrepassato durante la recitazione, in segno di rispetto.
I granelli vanno fatti passare tra pollice e medio o anulare. Questo per evitare di utilizzare il dito indice. Esso è connesso con l’ego e l’individualità umana. Dato che durante la preghiera l’intento è esattamente l’opposto, ossia connetterci col Sé superiore e universale, si tende ad evitare di intralciare il raggiungimento di questo scopo.
La Mala dunque non andrebbe indossata come oggetto ornamentale o perché di moda. Essa, nel rispetto della tradizione, andrebbe considerata come simbolo di protezione e devozione.
La possiedi già o hai mai desiderato di averne una?